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Su Second Life pericolo terrorismo

di jessica 15 ottobre 2007
Le organizzazioni terroristiche islamiche potrebbero usare Second Life per reclutare simpatizzanti e compiere attentati virtuali. A denunciare il pericolo è il Sunday Times secondo il quale i responsabili dell’antiterrorismo temono che il mondo virtuale possa essere usato per trasferimenti di denaro sporco e comunicazioni in codice tra i membri di gruppi eversivi. «Dobbiamo iniziare a pensare a vivere, lavorare e proteggere due mondi e due realtà», ha affermato ad una conferenza sulla sicurezza a Sydney il capo dei Servizi contro i crimini Hi-tech del governo australiano Kevin Zuccato. Il pericolo è, infatti, che Second Life funga da prova per la sperimentazione di nuove tecniche che poi verrebbero applicate alla realtà. Anche l’Europol, l’agenzia delle polizie europee, esprime preoccupazioni in merito. Faciliterebbe i trasferimenti di fondi a livello internazionale, difficilmente individuabili perché coperti dall’anonimato degli 8,5 milioni di membri visibili solo come Avatar. Secondo la teoria, gli spostamenti di denaro su Second Life, quantificabili in 1 milione di dollari al giorno, possono essere monitorati e può esserne rintracciato l’indirizzo IP, ma nella realtà anche questo può essere celato. La paura è che dietro a fatti all’apparenza non gravi (come l’attentato alla sede dell’Australian Broadcasting Corporation, da parte dell’Esercito di liberazione di Second Life), si possano celare veri estremisti che fanno tentativi a fini di proselitismo. Per Rohan Gunaratna, esperto di terrorismo di un centro studi a Singapore, l’interesse potrebbe essere quello di creare una comunità virtuale di fanatici.

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Una replica a “Su Second Life pericolo terrorismo”

  1. lokman ha detto:

    15 Ottobre 2007
    Su Second Life pericolo terrorismo
    Le organizzazioni terroristiche islamiche potrebbero usare Second Life per reclutare simpatizzanti e compiere attentati virtuali. A denunciare il pericolo è il Sunday Times secondo il quale i responsabili dell’antiterrorismo temono che il mondo virtuale possa essere usato per trasferimenti di denaro sporco e comunicazioni in codice tra i membri di gruppi eversivi. «Dobbiamo iniziare a pensare a vivere, lavorare e proteggere due mondi e due realtà», ha affermato ad una conferenza sulla sicurezza a Sydney il capo dei Servizi contro i crimini Hi-tech del governo australiano Kevin Zuccato. Il pericolo è, infatti, che Second Life funga da prova per la sperimentazione di nuove tecniche che poi verrebbero applicate alla realtà. Anche l’Europol, l’agenzia delle polizie europee, esprime preoccupazioni in merito. Faciliterebbe i trasferimenti di fondi a livello internazionale, difficilmente individuabili perché coperti dall’anonimato degli 8,5 milioni di membri visibili solo come Avatar. Secondo la teoria, gli spostamenti di denaro su Second Life, quantificabili in 1 milione di dollari al giorno, possono essere monitorati e può esserne rintracciato l’indirizzo IP, ma nella realtà anche questo può essere celato. La paura è che dietro a fatti all’apparenza non gravi (come l’attentato alla sede dell’Australian Broadcasting Corporation, da parte dell’Esercito di liberazione di Second Life), si possano celare veri estremisti che fanno tentativi a fini di proselitismo. Per Rohan Gunaratna, esperto di terrorismo di un centro studi a Singapore, l’interesse potrebbe essere quello di creare una comunità virtuale di fanatici.